I Sonnambuli dell’Ipnocratura

Trump vuole la Groenlandia, il Canale di Panama, il Canada e la Groenlandia. Ma in che modo è da prendere sul serio? Trump va preso completamente sul serio, e per nulla sul serio. Riprendendo la definizione dell’attuale assetto di potere come “ipnocrazia” fornita da Jianwei Xun, abbiamo i sacerdoti di nuove “narrazioni ipnotiche” che “modulano i desideri, riscrivono le aspettative, colonizzano l’inconscio“, attraverso una nuova forma di potere che “manipola la percezione, trasformando radicalmente il nostro rapporto con la realtà“.

Trump e Musk sono miliardari perché sono riusciti a farci sognare, non riescono a farci sognare perché sono miliardari. Moltissimi sono i miliardari privi di alcun rapporto con l’immaginazione collettiva. Il ruolo delle narrazioni, dei sogni e delle visioni è centrale in quello che fanno. Musk non è isolato in questo: molti fondatori di start up mettono al centro la “vision” e la “mission“. La realtà seguirà. Qualcosa arriva, qualcos’altro no, pazienza.

Le auto che si guidano da sole? E’ dal 2016 che sono a due anni di distanza da noi, poco importa che il primo video di allora fosse completamente finto. L’obiettivo è Marte, il filtro di Fermi, la “Fork on the Road”? Fork on the Road che non è solo una “opera d’arte” commissionata da Musk di abbacinante bruttezza, ma anche una email con cui – tramite incentivi a pioggia – si è tentato di azzoppare la macchina amministrativa americana (gli incentivi con buonuscita a pioggia fanno andare via i migliori, quelli che troverebbero lavoro subito fuori). Ma torniamo allo spazio: cosa respireremo su Marte, visto che non ha atmosfera? Dettagli, ci arriveremo. Intanto abbiamo i razzi riutilizzabili, bisogna guardare sempre la luna dietro, mai il dito che la indica. Sono imprenditori, dicono, la gente sceglie di dar loro i propri soldi. Ma è fondamentale capire che Musk e il pizzaiolo sotto casa sono solo nominalmente entrambi imprenditori, perché vendono cose molto diverse. Il pizzaiolo vende pizze, se non paga gli stipendi ai dipendenti, l’affitto al proprietario delle mura, l’energia del forno e le tasse chiude. Il suo prodotto è la ristorazione. Musk non ha venduto solo razzi riutilizzabili, auto elettriche e connettività satellitare: il vero prodotto di Musk è il FUTURO, un sogno appunto. Poco dopo il colloquio con Alice Weidel dell’ADF, Musk si è sentito in dovere di dire “e voglio andare su Marte”, mentre la candidata di estrema destra annuiva. Certamente vuoi andare su Marte, piccolo Elon, chi non vuole andare su Marte? Chi ti può ragionevolmente dire che non bisogna assolutamente andare su Marte? Che è male, haram, tabù, Verbot, andare su altri pianeti, che non avrà altri pianeta, che questa piccola, solitaria, laconica e striminzita “Blue Marble“? E’ l’equivalente geek della pace nel mondo per cui si sono ingiustamente ridicolizzate le aspiranti Miss Italia. Ma la pace del mondo è qualcosa di immensamente più nobile, elevato e persino plausibile di quello che ci rivende Musk. Onore a tutti coloro che l’hanno proposta da Kant alle concorrenti dei concorsi di bellezza.

La politica di Trump è molto simile, per questo lui e Musk si trovano bene assieme, sono colleghi nella rivendita ipnotica di sogni alle masse. Quando Trump dice “voglio il Canada”, non scherza, lo intende veramente, e fanno bene i canadesi a preoccuparsi. Vuole il Canada, sogna le sue risorse minerarie ed energetiche, l’accesso sconfinato all’Artico, ma soprattutto ha venduto questo sogno agli americani. Il sogno di una grande America maschia che si espande anche territorialmente, che diventa più grande e più forte, rispettata, il mito della frontiera. Trump va preso assolutamente sul serio quando dice che vuole il Canada, la Groenlandia, Panama e Gaza, ma al contempo non ha nessuna sorta di piano su come farlo: in questo senso non va assolutamente preso sul serio. Il piano in cui questi desideri si esplicano sono assolutamente onirici, ma onirici in senso politico. Trump non ha nessuno straccio di piano concreto: ha parlato di “51 stato americano”, ma non si capisce come un territorio canadese grande come tutti gli Stati Uniti dovrebbe diventare un unico stato aggiuntivo americano, esattamente come il Rhode Island, che è 3000 volte più piccolo del Canada. Il Canada ha 13 province, ed è anche amministrato in maniera federale o quasi: un piano sensato avrebbe incluso fare delle province canadesi 13 stati aggiuntivi americani, quindi “America a 63 stati”. Ma il Canada ha anche un problema linguistico, quasi 7 milioni di canadesi del Quebec sono francofoni, e sono gelosissimi della loro indipendenza. Che ne sarebbe di loro? Come prima mossa di governo Trump ha cancellato le pagine in spagnolo dal sito della Casa Bianca. Ricordiamo che ci sono in Texas e in New Mexico comunità che parlano spagnolo da secoli, senza dimenticare Puerto Rico (comunque cittadini americani). Sono oltre 43 milioni i cittadini americani che parlano spagnolo a casa, molti dei quali hanno supportato Trump e sono stati obliterati linguisticamente senza tanti complimenti in nome di un suprematismo in salsa WASP. Cosa accadrebbe ai francofoni canadesi? Inoltre il Canada è ancora una monarchia parlamentare. Il Capo dello stato Carlo III non avrebbe niente da dire? Come avverrebbe questa annessione? E quella della Groenlandia? E quella del Canale di Panama. Non se ne sa niente. Per questo Trump in una conferenza stampa ha risposto “no” alla domanda “può escludere l’uso della forza militare?”. Non può escludere nulla perché non ha nessun piano, non può escludere neppure l’intervento di Superman e di Godzilla, perché vorrebbe il Canada, ma come io in sogno vorrei avere i superpoteri. Non c’è nessuna considerazione morale in questo: gli stati fanno operazioni di influenza per portare altri stati all’annessione, o semplicemente sotto la propria orbita.

L’esempio russo con l’Ucraina è lampante: le operazioni di influenza sono andate avanti per anni prima di risolversi all’invasione, con gli effetti catastrofici che vediamo. Almeno Putin per prendere la vicina Ucraina aveva qualcosa che somigliava lontanamente a un piano, Trump per prendere il vicino Canada neppure quello, solo sogni. “Prenderemo Gaza, la ricostruiremo, sarà bellissimo, la popolazione palestinese fiorirà altrove“. Ammetti pure che dando 100mila dollari a testa riesci a convincere la grossa maggioranza della popolazione palestinese ad andarsene. Dove dovrebbero andare? Chi li prende? Cosa farai con quelli che non se ne vorranno andare? Li deporterai da dove sono nati? Li ucciderai? Questa roba non è un piano, non è niente. E’ un sogno. Come si interrompe una dittatura ipnotica? I sognatori che si muovono durante il proprio sogno sono chiamati sonnambuli. Si muovono seguendo la direzione dei propri sogni, ma a volte incontrano i duri ostacoli della vita vera, scale, letti, spigole, finestre aperte. Per questo il sonnambulismo può essere molto pericoloso. Al momento i sonnambuli si muovono senza incontrare ancora ostacoli. Prima o poi incontreranno qualche barriera sul loro percorso.

Scrive JP Morgan del titolo Tesla“What does seem clear is that the move higher in Tesla shares bore no relation whatsoever to the company’s financial performance in the quarter just completed or to its outlook for growth in the coming year.”. Ormai il titolo sembra vivere di vita propria, aumenta di valore senza un perché finanziariamente sensato (forse politicamente sensato). Le vendite delle automobili Tesla si dimezzano in Europa? Il titolo sale. Ci si gode la luna di miele dei dolci sogni, si dichiarano emergenze scavalcando tutti i controlli costituzionali.

La natura ipnocratica della Presidenza Trump è sottolineata dalle infinite contraddizioni nei suoi obiettivi programmatici. Contraddizioni che non sono un “bug”, un errore, ma proprio una loro caratteristica. Trump può promettere che si riappacificherà con la Russia, ma al contempo che gli europei non compreranno nemmeno una soffio di gas russo, tutto e solo LNG americano. La Danimarca cederà felice la Groenlandia, e al contempo continuerà a comprare gli F35. I paesi del mondo dovranno riequilibrare la bilancia commerciale americana, acquistando beni e prodotti che l’America isolazionista nemmeno più produce o ha piani per riprendere di costruire, e al contempo “nemmeno sognarsi di mettersi in dubbio la supremazia mondiale del dollaro“. Gli alleati dovranno accettare l’egemonia americana, mentre versano il 5% del PIL per la propria protezione, una cifra più che doppia rispetto a quella che spende la stessa America. Trump promette non solo la botte piena e la moglie ubriaca, ma anche tre amanti tutte ubriache, senza che nemmeno una goccia di vino manchi alla botte. Tutto questo con una comprensione dei meccanismi economici e commerciali del mondo a un livello inferiore a quello del primo anno di ragioneria. Trump ignora la quantità mostruosa di prodotti e servizi software e finanziari il suo paese venda nel mondo, spesso eludendo le tasse (anzi, guai a volerle far pagare). Trump ignora quanti di quei prodotti esportati e importati siano stati prodotti per conto di aziende americane, persino quanti di essi siano stessi prodotti da aziende straniere possedute da fondi americani. Per anni l’economia a stelle e strisce ha potuto stampare praticamente tutti i soldi che voleva, e il mondo li ha accettati: poverini, che afflizione, che sacrificio!

Risulta del tutto evidente che stiamo parlando di una dimensione puramente onirica, della quale al nostro risveglio ricorderemo quello che ci pare, o quello che Trump vorrà farci ricordare. Prima o poi però la realtà irrompe nella vita dell’ipnocrate. Il risveglio in questi casi può essere più o meno duro, ma arriva. Se non arriva, è perché il sognatore era già in coma.

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